
Avere l'ultima parola. Senza mai pronunciarla.
Nella ristorazione, ogni giorno è una prova di equilibrio tra servizio e dignità. Il cliente non ha sempre torto, ma nemmeno sempre ragione. E tu? Impari l’arte invisibile del rispondere senza rispondere. È lì che si gioca la vera leadership: nel trattenere l’ultima parola. E trasformarla in attenzione.
VISIONE LATERALE
Sebastiano Pucella
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C’è una verità che molti nella ristorazione conoscono, ma che pochi hanno il coraggio di ammettere.
Il cliente non ha sempre ragione. E lo sai anche tu.
A volte pretende l’impossibile. A volte non ascolta. A volte giudica prima ancora di capire.
Eppure, non puoi dirglielo. Non puoi nemmeno farlo intuire.
Perché la ristorazione vive di relazione. E la relazione non è mai simmetrica.
Chi entra nel tuo locale non compra solo cibo. Compra attenzione. Compra ascolto. Compra una posizione di comfort che, nel momento in cui si siede, diventa potere.
E tu, anche se sai che ha torto, devi decidere come gestirlo.
Non per sottomissione. Ma per intelligenza.
Perché il cliente non va educato. Va letto, interpretato, gestito.
Come un testo pieno di sottolineature: ogni parola fuori posto può rovinare il significato intero.
La visione laterale sta proprio qui:
non nel dire “sì” a tutto, ma nemmeno nel voler “mettere in riga” chi paga.
Sta nel leggere i contesti, i segnali, i toni.
Sta nel capire quando rispondere con fermezza, quando con ironia, quando con silenzio.
Sta nel sapere che la dignità professionale non si misura dalla reazione istintiva, ma dalla capacità di mantenere la barra ferma — senza bisogno di alzare la voce.
A volte il cliente non ha ragione.
Ma se glielo dimostri, perdi comunque.
Se invece lo gestisci con lucidità, puoi trasformare un torto in un’occasione: per affermare il tuo stile, per proteggere il tuo team, per far crescere la cultura del tuo locale.
Non è diplomazia. È visione.
A volte l’unica vera risposta è un sorriso.
Altre, è uscire di scena con eleganza.
Se anche tu hai affinato l’arte del silenzio strategico, raccontamela.
Magari a voce bassa.
