Avevo ragione. Ed è lì che ho sbagliato.

Un incarico all’apparenza semplice. Una strategia solida. Tutti gli strumenti al posto giusto. Eppure qualcosa non ha funzionato.

DIETRO LE QUINTE

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Era uno dei primi incarichi. Un locale che non riusciva ad esprimersi al meglio, conti che non quadravano, tensioni silenziose tra il titolare e il team.
Avevo ascoltato, analizzato, messo a fuoco le aree critiche. Avevo una proposta chiara, strumenti solidi, una visione concreta. E ho iniziato. Con decisione. Posizionamento, food cost, identità. Un piano preciso, puntuale.

Ma qualcosa non ha funzionato. E non era la strategia.

Il titolare era stanco. Lo staff, confuso. E io ho sottovalutato tutto questo.
Ho fatto troppo presto: ho proposto, anziché domandare. Sono entrato con l’idea di essere utile. Di essere la soluzione.

E invece il problema era che nessuno, lì dentro, era pronto per una soluzione.
C’era prima bisogno di ascolto, di decompressione, di allineamento umano.
Ma non l'ho capito. E, seppure in buona fede, ho forzato un tempo che non era ancora maturo.

Quel progetto si è fermato. Non perché mancassero le competenze. Ma perché non c’era spazio per accoglierle.

Da allora ho cambiato qualcosa che oggi per me è imprescindibile: non entro più in un locale solo con un’agenda.
Entro solo se percepisco che c’è davvero una domanda.
Tante volte non c'è bisogno di qualcuno che dica cosa fare, ma che sia pronto a capire se c'è qualcuno pronto a farlo davvero.
E soprattutto occorre comprendere se si può essere d'aiuto davvero. O se è meglio aspettare.

La strategia funziona solo se è accolta. I numeri parlano solo se qualcuno li vuole ascoltare.
Un intervento non vale per quello che promette, ma per quanto può aderire alla realtà di chi lo riceve.

Questo non vuol dire essere meno strutturato.
Vuol dire essere più attento.
E più onesto.

Perché oggi più che mai la ristorazione richiede prima di ogni cosa di contesto, relazioni e fiducia.
Il resto — dati, visione, strumenti — viene dopo.
Avere ragione non basta. A volte, è proprio lì che sbagli tutto.

Non ho risposte pronte, ma accetto volentieri domande.
Se ti va, scrivimi.